Ponte della Cittadella

L’incarico di progettazione è stato affidato allo studio di architettura Richard Meier & Partners, tra i vincitori del prestigioso Premio Pritzker.
Gli obiettivi da conseguire erano molteplici. Da un lato era necessario realizzare un ponte che si trovasse completamente al di sopra del fiume, proprio per evitare problemi in caso di esondazioni. Dall’altro lato era importante dotare la città di ulteriori spazi di aggregazione, separando il traffico veicolare da quello pedonale rendendolo un luogo di sosta oltre che di semplice passaggio. Il “ponte Cittadella” presenta una lunghezza e un’altezza rispettivamente di circa 185 m e 32,5 m. Si tratta di un ponte ad unica campata composto da due impalcati, uno veicolare e uno pedonale, sostenuti attraverso 26 stralli in acciaio connessi ad un arco inclinato di 21° rispetto alla verticale. L’inclinazione dell’arco è legata al bilanciamento dell’intera struttura e al peso differente dei due impalcati. L’impalcato stradale è largo 13,2 m, mentre quello pedonale ha una larghezza che varia da 5,8 a 15 metri. In entrambi i casi la struttura principale è costituita da un insieme di travi saldate in acciaio, con sezione a doppio T, altezza variabile tra 700 mm e 2.400 mm e spessore fino a 40 mm. Le strutture sono poi completate con controventature inferiori in acciaio e getti superiori collaboranti in calcestruzzo. Un sistema di travi parallele in acciaio, con interasse di circa 13 m e sezione a doppio T, si occupa inoltre di collegare i due impalcati tra di loro, garantendo la connessione all’arco attraverso gli stralli. Questi ultimi, con diametri variabili tra 56 mm e 104 mm, sono rivestiti di cera bianca per uniformarsi ai colori del ponte. L’arco è formato da una serie di 16 conci in acciaio di grado S355 ed S460, con spessore variabile tra 28 e 65 mm, saldati tra loro e concepiti in modo da rendere ispezionabile l’intero arco al suo interno. Il collegamento strutturale tra l’arco e gli impalcati è tale da far lavorare questi ultimi come una catena, eliminando così le spinte generate alla base.
Per le operazioni di montaggio, sia le travi di impalcato che i conci d’arco sono stati preassemblati a piè d’opera in diversi maxi elementi e movimentati attraverso delle autogrù, per poi essere collocati su pile provvisorie che ne facilitassero il posizionamento successivo. Dopo il definitivo assemblaggio dell’arco e la posa degli stralli, gli impalcati sono stati abbassati e poggiati su quattro isolatori sismici ed infine è avvenuta l’ultima tesatura delle funi. Le operazioni di montaggio hanno indubbiamente tratto vantaggio dall’impiego dell’acciaio, grazie alla sua leggerezza e alla possibilità di suddividere una struttura più grande in vari sottoelementi, facilmente spostabili e collegabili tra loro.

Cantiere & Disegni: