Antwerpen Port House

Nel 2009 lo studio Zaha Hadid Architects vince il concorso internazionale per la realizzazione dell’ampliamento della nuova sede dell’autorità portuale di Anversa. Il progetto, nel quartiere di Eilandje, risulta fondamentale ai fini dell’economia della città secondo porto d’Europa: nella nuova Port House, inaugurata nel 2016, sono stati infatti riuniti i 500 dipendenti precedentemente dislocati in varie sedi. Come indicato nel bando, l’edificio preesistente, una vecchia stazione dei vigili del fuoco, doveva essere integrato all’interno del nuovo progetto. La giuria viene talmente colpita dal modo in cui lo studio ZHA coinvolge la struttura abbandonata da definirlo “geniale”: la nuova realizzazione, con una struttura portante in acciaio di 1.500 tonnellate, viene collocata al di sopra della stazione, unendo il vecchio e il nuovo su un asse di collegamento verticale.
La nuova Port House, riprendendo la cifra stilistica tipica dei progetti dell’architetta irachena, cattura lo sguardo dell’osservatore. È stata concepita come un nuovo volume che non nasconde le facciate della vecchia caserma, ma che vi “galleggia” sopra, sorretta da pilastri che non nascondono alla vista la loro matericità. Nel complesso, il nuovo edificio raggiunge una lunghezza di circa 111 metri e un’altezza di 46 m, di cui 24 m (pari a cinque piani) corrispondono all’ampliamento.
La struttura interna del nuovo progetto è costituita da 6 moduli in acciaio lunghi circa 50 metri, larghi 20 m e alti 6 m, con un peso che varia dalle 170 alle 317 tonnellate per modulo. Le diverse parti sono state così concepite per poter essere posizionate, connesse con fissaggi temporanei e solo successivamente essere saldate in modo permanente. Grazie alla particolare combinazione tra acciaio e vetro, la forma della Port House è spesso accostata a quella della prua di una nave che punta verso il fiume Scheldt. Con una superficie caratterizzata da pannelli di vetro opachi e trasparenti, consente un’illuminazione naturale degli interni, garantendo al tempo stesso condizioni di lavoro ottimali nei nuovi spazi progettati. Le sfaccettature triangolari rendono particolare la struttura sia di giorno che di notte, cambiando aspetto in relazione alla luce che colpisce la facciata: da liscia e piana a sud diviene tridimensionale a nord, apparendo sfaccettata come la superficie di un diamante. L’integrazione tra vecchio e nuovo è realizzata grazie all’utilizzo di materiali leggeri come l’acciaio ma sono state adottate anche altre specifiche strategie per mantenere alto il livello di sostenibilità del progetto. L’opera, nel suo complesso, è infatti riscaldata da un sistema con pompa di calore a 80 metri di profondità, mentre la facciata permette di minimizzare la luce artificiale negli ambienti. Il consumo di acqua è inoltre ridotto al minimo grazie a toilette senza acqua e rilevatori di movimento. Nella sua totalità l’edificio, nel protocollo di valutazione energetica BREEAM ha raggiunto un giudizio pari a “very good”.

Cantiere & Disegni: