Museo Area Archeologica Passo del Redebus

Tale ritrovamento costituisce uno dei più importanti esempi di archeometallurgia in Europa.
Per rendere fruibile l’area archeologica, fornendo contemporaneamente protezione dagli agenti atmosferici, è stato ideato un sistema museale in acciaio e vetro, che si inserisce con armonia nell’ambiente circostante, ad opera dello studio AMP di Trento.
L’intervento è costituito da un contenitore principale (che copre la parte più importante del sito archeologico), una serie di elementi di protezione, un volume tecnico, una piazzetta coperta e alcune strutture evocative. La dimensione del manufatto è di 33×20 m, con un’altezza variabile fino ad un massimo di 5,85 metri.
Il volume principale, simbolicamente considerato come un’urna vitrea, è costituito da un perimetro di lastre in vetro trasparente, incolore e trattate per ottenere un effetto “ragnatela”. Le lastre sono poi ancorate, tramite sostegni in acciaio inossidabile, a profili in acciaio zincato, che ne assicurano la stabilità. La faccia superiore di questo volume è invece definita da una serie di cavi tesi in acciaio, che aiutano a preservare superiormente gli scavi in maniera quasi impalpabile.

A protezione del sito principale è stato posto un sistema di tre coperture di diversa forma e pendenza. Le coperture sono costituite da una serie di sottili travi a T in acciaio auto patinabile (corten), che formano un leggero cassettonato grazie all’unione con una lastra sottile anch’essa in corten. Le ali terminali delle tre coperture sono rastremate, in virtù delle minori esigenze strutturali alle estremità, fornendo, simultaneamente, un’immagine di ulteriore leggerezza all’insieme. Grazie all’impiego di un sistema prefabbricato, come quello ottenibile grazie alle strutture in acciaio, è stato così possibile assemblare e saldare tutte le coperture in officina, per poi portarle in cantiere già pronte. L’unica eccezione è costituita dalla copertura di maggiori dimensioni, che è stata divisa a metà e saldata direttamente in situ. In questo modo si è potuto lavorare senza il rischio di compromettere l’integrità di un sito archeologico così importante come quello del passo del Redebus.
Il sistema di copertura è sostenuto da pilastri a sezione circolare in acciaio autopatinabile, aventi diametro di 250 mm e spessore di 10 mm., riempiti con un getto di calcestruzzo. I tubolari sono stati direttamente imbullonati al sistema di fondazione, così come avviene per i sistemi costruttivi a secco. Una serie di 7 lastre rettangolari in acciaio corten sono state impiegate per costituire un muro evocativo, ubicato lungo il lato principale del manufatto, con inciso il nome del sito archeologico e della località del ritrovamento.
Gli stessi percorsi pedonali sono sostenuti e definiti da intelaiatura e ringhiere in acciaio zincato, che amplificano la leggerezza e l’eleganza dell’intervento all’interno dell’area archeologica.

La copertura principale ospita, inoltre, una serie di pannelli fotovoltaici, che forniscono energia elettrica per l’illuminazione durante le giornate più nuvolose o nelle ore serali. Gli accumulatori sono stati posti all’interno del vano tecnico seminterrato, in modo da essere praticamente invisibili dall’esterno.
Data la delicatezza dell’intervento, l’impiego di acciaio corten ha avuto un duplice scopo. Da un lato è stato eliminato ogni tipo di manutenzione della struttura mentre, dall’altro, ciò ha consentito un inserimento armonioso del progetto, sia dal punto di vista cromatico che simbolico, nel sito archeologico.
E’ importante infine notare che questa realizzazione ha ricevuto la menzione speciale, da parte del Ministero per i Beni Culturali e Turismo, ai fini della candidatura italiana al “Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa”.

Cantiere & Disegni: