La Forgiatura

Trattandosi di un complesso industriale in cui avveniva la forgiatura, l’intervento assume un valore simbolico che va oltre quello della semplice riqualificazione urbana. E’ un po’ come se l’acciaio ricreasse se stesso, mantenendo la propria anima e adattandosi al trascorrere del tempo. Nessuna distruzione, ma piuttosto una trasformazione, così come avviene ai metalli durante i processi di fucinatura.

Le strutture, la cui complessità ha richiesto, oltre che perizia, anche sensibilità verso il passato, sono state curate dallo studio Biesse Consulting. Il recupero ha interessato oltre 14 mila mq di edifici preesistenti, ai quali si sono aggiunti altri 10 mila mq di nuova edificazione, dando vita a un totale di 7 edifici di natura direzionale ed espositiva.
Per rafforzare il legame con il passato, agli edifici oggetto di riqualificazione sono stati dati nomi richiamanti le lavorazioni che ivi avvenivano nel secolo scorso: Meccanica, Uffici, Ingresso, Tempra, Forgia e Tecnica. A questi si aggiunge il nuovo edificio di 8 piani, denominato palazzina Raimondi.
I diversi edifici de La Forgiatura sono stati trattati, dal punto di vista progettuale, in maniera diversa l’uno dall’altro, proprio per la volontà di far dialogare, in maniera armoniosa, le antiche strutture industriali con le nuove integrazioni altamente tecnologiche.
Ad esempio, per l’edificio Meccanica è stata preservata la struttura originaria, praticando un taglio centrale e obliquo che, tramite un percorso pedonale lungo una collina verde, lo collega all’edificio Raimondi.
L’edificio Tempra ha visto la propria struttura originaria in acciaio interamente recuperata. Questa sua caratteristica ne ha rafforzato l’identità, rendendolo una delle porzioni più significative dell’intero progetto, al pari della Forgia, di dimensioni maggiori, ma con le stesse caratteristiche architettoniche. In entrambi i casi, le superfici sono state valorizzate mediante l’uso di soppalchi e di interpiani interni, questi ultimi presenti solo nella Tempra. L’uso di elementi portanti in acciaio ha consentito di coniugare le caratteristiche meccaniche di quest’ultimo con l’alleggerimento delle strutture originarie e la continuità stilistica con il passato. Obiettivi che, con altri materiali, non sarebbe stato possibile conseguire.

STRUTTURA PORTANTE

Per evitare interventi strutturali invasivi, il recupero degli edifici esistenti ha previsto l’uso di acciaio per le strutture portanti della copertura e dei soppalchi interni completamente indipendenti dagli elementi in acciaio originari; in questo modo se ne sono potute preservare identità formale e strutturale.
La palazzina Raimondi, il grande parallelepipedo di 8 piani, presenta nella parte inferiore sbalzi di 10 metri, dovendo superare un edificio esistente e la collina. Per questo motivo la struttura è stata progettata appesa a capriate bipiano superiori, poggianti su solo quattro pilastri in acciaio.
La Collina, concepita come basamento dell’edificio di via Raimondi, presenta una struttura reticolare complessa in acciaio, a maglie triangolari e a cupola irregolare, con luci sino a 30 metri. La struttura, con flussi di forze interne riconducibili ad archi, si sostiene per forma ed è parzialmente appesa all’edificio.

SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE

Gli impianti di climatizzazione prevedono lo sfruttamento dell’acqua di falda, con un sistema di tipo centralizzato supercondominiale. Durante il periodo estivo, il calore assorbito viene ceduto all’acqua, che viene prelevata e poi reimmessa in falda, dopo i necessari scambi termici. È stata inoltre prevista l’installazione di una unità aggiuntiva, per far fronte ai picchi di carico. La certificazione degli edifici in classe B è stata ottenuta anche grazie all’uso di pannelli fotovoltaici in copertura.
L’involucro dell’edificio Raimondi, inoltre, è caratterizzato da una facciata continua che ne avvolge la maglia strutturale, e da un sistema di frangisole metallico che, costituendo una sorta di doppia pelle, controlla l’irraggiamento solare sull’edificio.
Gli stessi spazi adibiti per gli impianti, per evitare una loro interferenza con i volumi degli edifici, sono così stati collocati all’interno delle colline, negli spazi comuni; si è potuto così evitare che le canalizzazioni ne deturpassero le facciate, contrariamente a quanto spesso accade negli edifici attuali.
Particolare attenzione è stata posta allo studio dell’illuminazione naturale, garantendo un elevato valore di comfort ambientale e visivo percepito dagli occupanti all’interno degli ambienti vissuti. Per la Forgiatura, infatti, è stato possibile diminuire del 56% il fabbisogno dei consumi elettrici legati all’illuminazione artificiale, con un abbattimento delle emissioni di CO2 in atmosfera tra le 35 e le 45 tonnellate annue.

Cantiere & Disegni: