Chiesa di San Pio da Pietralcina

Il progetto è risultato vincitore del Concorso a inviti bandito dall’Opera Romana per la Preservazione della Fede e la provvista di nuove Chiese in Roma, organismo che opera quel servizio di riqualificazione delle periferie che la civica amministrazione ha quasi del tutto disatteso; si pensi che il sagrato dell’edificio costituisce ad oggi l’unica piazza dell’intero quartiere di Malafede. Sotto l’aspetto tipologico la chiesa è rivoluzionaria perché realizza la fusione delle piante a schema longitudinale e a schema centrale in un’interpretazione mai vista. Le innovazioni dettate dal Concilio Vaticano II prevedono, infatti, che i fedeli debbano potersi disporre in modo omogeneo di fronte al pastore: la pianta è un rettangolo di proporzioni 2×1 dove l’altare è al centro del lato maggiore del rettangolo; di fronte, sulla parete est, è invece posto l’ingresso principale.
L’Aula liturgica della chiesa, luogo clou del progetto, si sviluppa su una superficie di 800 mq ed è coperta da una volta realizzata con struttura in acciaio, controsoffittata all’interno e rivestita in gres ceramico all’esterno. La facciata è tamponata da ampie vetrate e da un rivestimento in travertino. Intorno al sagrato si configurano gli uffici, i locali del ministero pastorale, la canonica e la grande sala, che raggiunge nel punto più alto 13 metri e può ospitare fino a 500 fedeli. Il campanile, alto 18 metri, è alle spalle dell’Aula liturgica la cui copertura è un vero capolavoro strutturale e formale in grado di attribuire identità e carattere espressivo all’intorno. Essa si disegna nello spazio come raccordo tra un unico arco parabolico ed una poligonale di tre curve poste a circa venti metri di distanza. Dal collegamento dei due elementi portanti principali ne deriva una superficie morbida, quasi un manto, realizzato grazie alle proprietà di malleabilità proprie dell’acciaio e all’utilizzo di software avanzati. Solo tali strumenti hanno reso possibile la costruzione delle travi principali e secondarie a partire da lamiere che sono state modellate tridimensionalmente in officina e successivamente assemblate in cantiere senza uso di opere provvisionali. Un’altra peculiarità è il sistema di realizzazione delle travi secondarie, che sono caratterizzate da sezioni di estremità ruotate rispetto all’asse principale: per ottenere le torsioni necessarie all’ortogonalità con il piano mediano degli elementi primari, sono state impresse delle rotazioni mediante l’impiego di martinetti idraulici. Questo sistema avanzato di progettazione ha consentito ai progettisti e all’impresa, dopo solo quasi tre anni di lavori, di realizzare un’opera sostenibile anche sul piano economico.
Il risultato esprime la forza di una vera e propria scultura che rispetta ed esalta la natura del materiale con cui è stata modellata: l’acciaio.

Cantiere & Disegni: