Hines Trasformazione Urbana

Il progetto prevede l’integrale ristrutturazione del complesso delle ex Poste italiane costituito da quattro edifici costruiti negli anni 1960-1970 che racchiudono una corte interna. Interpretando gli edifici come unico blocco urbano, l’intervento di tipo conservativo prevede principalmente il mantenimento dei volumi esistenti, la rifunzionalizzazione e l’aggiornamento del design d’insieme, grazie all’inserimento di nuove finestre, all’apertura di spazi a doppia altezza e alla nuova corte-giardino. Oggetto di intervento più consistente è stato l’edificio a nove piani che si affaccia su via Bergognone (a ovest) al quale il nuovo involucro trasparente restituisce un’immagine contemporanea e unitaria.

La nuova facciata è realizzata con un sistema ad ampie campiture in vetro fatte corrispondere con la struttura modulare del blocco; sul lato sud-ovest, maggiormente esposto, si caratterizza per l’aggiunta di una “seconda pelle” realizzata con vetri selettivi, i quali riducono l’impatto dell’irraggiamento solare e quindi limitano il ricorso a sistemi di condizionamento interno, una scelta architettonica che si integra con l’insieme delle opzioni per l’impiantistica meccanica volte al più efficiente sfruttamento energetico e alla contestuale riduzione dei consumi. Questa facciata “doppia pelle” si estende per un’altezza pari a 7 piani, ovvero circa 24,00m. La facciata è formata da lastre di vetro stratificato e temprato, le quali sono sostenute da 4 supporti inferiori e 4 superiori “a manina”, collegati ad una serie di funi verticali a trefolo chiuso di diametro 22mm, poste ad interassi di circa 1.00m. Le funi sono a loro volta sostenute da due mensole in acciaio collegate alle strutture portante del fabbricato esistente e poste in corrispondenza dei piani primo e ottavo. Per assorbire la reazione delle mensole e per evitare di interessare con tale carico i pilastri esistenti tali forze sono assorbite da un telaio chiuso in acciaio soggetto a semplice compressione, fissato al telaio in c.a. di facciata con appoggi scorrevoli. Ogni mensola a sua volta è costituita da due piatti accoppiati che vanno ad abbracciare un profilo tipo HE, piatti che bilanciano l’azione di ribaltamento, fissati al nuovo telaio esterno in acciaio ed al telaio esistente in c.a. di spina del fabbricato. In corrispondenza dei piani intermedi le funi sono collegate ad elementi distanziatori in acciaio che, oltre a portare le passerelle di servizio in grigliato, bloccano orizzontalmente le funi contro il fabbricato, riducendo così la lunghezza di flessione al solo interpiano, e nello stesso tempo consentono il loro movimento verticale, dovuto alle variazioni di temperatura. Per limitare la deformabilità della facciata soggetta alla pressione del vento, è stata assegnata una pretensione di circa 500 kg, mantenuta nel tempo da una coppia di molle.

Il nuovo accesso principale all’edificio su via Bergognone è stato creato demolendo parte dell’edificio su via Tortona, con un intervento che contribuisce a creare nuovi scenari urbani e prospettive visive che conducono immediatamente al giardino interno.

La copertura, che utilizza il principio strutturale della catenaria, è immaginata come un foglio composto da scaglie di vetro trasparente sulle quali l’acqua può scorrere. Questa è formata da una sequenza di travi funicolari ad andamento parabolico. Ogni trave presenta un doppio tubo calandrato all’estradosso su cui, con rotules poste su fissaggi regolabili in altezza, sono ancorate le lastre di vetro di copertura (in vetro stratificato e temprato). Sotto la superficie coperta, sono posizionate le funi spiroidali, che stabilizzano la struttura contro le azioni esterne di carico, neve e vento. La stabilizzazione del sistema è poi completata da ulteriori funi disposte trasversalmente. La struttura di copertura funziona quindi come una fune fissata, tramite un tubo circolare in acciaio del diametro di 323 mm, ai solai di piano dei due fabbricati esistenti, disposti di fronte e distanti circa 19.00m. A tali edifici si trasmettono quindi sia carichi verticali che carichi orizzontali. La struttura dei fabbricati esistenti, formata da telai in c.a., non era stata dimensionata per sopportare tale forze orizzontali, per cui è stato necessario irrigidirla. In questo edificio ogni scelta contribuisce alla riduzione del consumo energetico: doppia pelle, selettività delle vetrate, isolamento, impianto a travi fredde; associando a questa filosofia un’immagine di architettura contemporanea.

Cantiere & Disegni: